Uno degli impatti più importanti che la pandemia ha avuto nel 2020 è quello relativo alla gestione delle risorse umane. Al di là delle difficoltà economiche legate ad assunzioni e alla difesa degli stipendi, il violento convertire regole, procedure e strumenti al remote working ha spinto ogni società a fare ordine nel proprio reparto HR.

Tante storie di successo, tante best practices condivise dalle aziende più strutturate o dalle imprese più piccole e agili hanno mostrato le opportunità e il miglioramento dei risultati col lavoro a distanza, ri-organizzando tempi e modalità per tutti i dipartimenti (almeno quelli che hanno potuto effettivamente continuare a lavorare da casa).

È tempo allora di focalizzarsi sui trend più importanti per il 2021, grazie proprio alla fresca letteratura pubblicata online e condivisa in diversi webinar online. Abbiamo provato a isolarne 4. 

Il benessere dei dipendenti come motore di performance. Si lavora meglio quando si lavora... meglio. La pandemia ha segnato prima di tutto le persone, quindi le aziende che sono fatte di persone. Chi è riuscito a curare il benessere del proprio personale è riuscito di conseguenza a salvaguardare le performance aziendali. Un'equazione che sembra banale, ma banale non lo è. Si è trattato all'inizio - ma è importante curarlo in futuro - di tutelare la salute mentale dei propri dipendenti, soggetti al fortissimo stress della pandemia, e catapultati in una nuova realtà dove è risultato fondamentale bilanciare il tempo dedicato al lavoro in casa con lo sforzo necessario a curare le faccende casalinghe e gli affetti familiari.

Formazione continua e reskilling. Una delle sfide più cruciali è stata quella di dover (ri)formare velocemente il proprio personale a lavorare da remoto, magari con nuovi strumenti, certamente con nuove procedure. Se le skills evolvevano già velocemente prima della pandemia, questo fenomeno ha visto una fortissima accelerazione durante la pandemia, dove il digitale è stato ancora più presente a ogni livello, e praticamente divenuto fattore abilitante per... lavorare. Formazione continua, dunque, ma soprattutto reskilling, a significare che bisognerà pianificare programmi di apprendimento rivolti alle propri specifiche mansioni aziendali, ma anche a nuove sfumature legate a tool e metodologie per compiere il proprio lavoro in maniera differente rispetto al passato.

Inclusione totale della Generazione Z (o della Generazione A?). Il tema generazionale è forse quello che filosoficamente affascina di più gli HR specialist. E non si tratta di far coesistere nello stesso ufficio (fisico o virtuale che sia) più generazioni, quanto reimpostare in maniera intelligente percorsi di carriera, benefit e policy più adatte per venire incontro alla Generazione Z che dimostra di possedere una diversa scala di valori e priorità rispetto a colleghi più "anziani".

Realtà Virtuale per lo smart working. Per il lavoro a distanza sono state proposti tantissimi prodotti - fisici in termini di arredamento in casa, digitali in termini di applicazioni e strumenti - in grado di supportare meglio lo smart working, con benefici per il lavoratore e per l'azienda. Soluzioni di realtà virtuale hanno permesso di abbattere la distanza fisica, alleviare l'isolamento o anche il solo di rischio di sentirsi isolati, e fruire meglio ogni genere di attività "remota". Sono nate e sono state pesantemente utilizzate a ogni livello soluzioni in merito alla formazione a distanza o all'onboarding di clienti e nuovo personale, facilitandone l'ingresso in team e in azienda, e certamente il recruiting sarà una delle attività maggiormente influenzate dalla Realtà Virtuale nel 2021.