Quando fai innovazione in una grande azienda, la difficoltà principale non è trovare la soluzione finale da applicare, ma trovare l’optimum fra diversi bisogni da soddisfare.
I bisogni di innovazione sono infatti molteplici, non sempre ben definiti, e con diverso impatto nella scala temporale dell’azienda, fra quelli che devono generare un impatto immediato e quelli che possono farlo nel lungo termine (vero e proprio investimento).
Un’intervista informale a diversi manager d’esperienza ha permesso di declinare due tattiche da attuare alla ricerca dell’optimum citato poc'anzi.
Scouting di start up
Make or buy, in questa perenne domanda che gli “innovatori” si pongono sta emergendo che l’esigenza di budget per avviare nuovi progetti interni ad alto potenziale di innovazione - e conseguente alto rischio - può essere mitigato e sostituito da un’attenta attività di scouting di start up già lanciate sul mercato e molto vicine alla fase di rilascio. Questo tipo di attività viene descritta molto vicina a quella tradizionale di procurement o di vendor selection e serve molta esperienza per scegliere bene e valutare tutti i fattori che solitamente vanno considerati per una start up: coesione, esperienza e motivazione del team, la sostenibilità finanziaria, il tipo di partnership da proporre. Saper scegliere bene vuol dire accelerare i processi di innovazione interni.
Tecnologie nuove da inserire
Non sempre lo scouting propone soluzioni utili, o soluzioni fattibili. E comunque vada lo scouting, è bene scandagliare, analizzare e introdurre nuove tecnologie in azienda capaci di rinnovare il bagaglio di skills interne, tenere il passo dell’evoluzione tecnologica e migliorare le performance.
La scelta strategia più intelligente è quella che allinea lo scouting con le tecnologie indirizzate come promettenti, in modo da trarre il maggior beneficio da un eventuale collaborazione con una start up da cui ottenere la soluzione pratica più efficace, e ridurre la curva di apprendimento delle tecnologie da parte del personale interno.