Le idee da sole non bastano. Come tanti imprenditori ricordano a chi vuole cominciare a fare impresa, servono anche i giusti capitali. Fra le alternative nel finanziare un’azienda nei suoi primi passi vi è certamente il crowdfunding con la raccolta di fondi online.

Il crowdfunding mobilita persone e risorse per ottenere un finanziamento dal basso, e letteralmente è l’unione dei termini “folla” (crowd) e “finanziamento” (funding). Da quando è apparso online si è imposto come un validissimo modello e metodo per garantire risorse economiche ai progetti imprenditoriali. Kickstarter e Indiegogo sono tra le piattaforme più famose a livello internazionale e hanno permesso agli imprenditori di accedere a un pubblico vasto di potenziali finanziatori, decretando o promuovendo lo sviluppo di tantissimi progetti.

Esistono diversi tipi di crowdfunding di cui daremo una veloce panoramica nel seguito:

  • Reward base, che prevede una ricompensa al donatore. Solitamente la ricompensa si risolve nel “donare” il prodotto per il quale si sta richiedendo l’investimento (o donazione) o un riconoscimento o forme di pubblicità incentivanti per chi decide di dare il proprio contributo al progetto. Il settore creativo, musicale o artistico, o anche università e centri di ricerca hanno utilizzato spesso questo tipo di crowdfunding in quanto modello perfetto per il tipo di prodotto presentato;
  • Donation based, ossia una vera e propria donazione. Evidentemente come questo modello si applichi a progetti no profit o iniziative senza scopo di lucro;
  • Lending based, molto sviluppato fuori il territorio italiano, in cui l’investimento si configura come un microprestito a un gruppo di persone che sta portando avanti l’iniziativa imprenditoriale, o l’impresa costituita. Solitamente le imprese che accedono a questo metodo hanno un modello già validato per cui la confidenza e la previsione del rientro dal microprestito risulta meno rischioso rispetto ad altri modelli;
  • Equity based, modello in voga per le start up per cui in cambio del finanziamento è prevista la partecipazione al capitale sociale dell’impresa, e quindi l’investitore diventa socio effettivo. Questo tipo di modello è ben regolamentato da Paese a Paese per tutelare entrambe le parti.

Il 2019 è stato un anno fortunato per il crowdfunding italiano, e in particolare per il modello equity based che ha registrato oltre 60 milioni di euro raccolti sulle principali piattaforme ammesse dalla Consob. In questo anno abbiamo pure visto il portale CrowdFundMe quotarsi in borsa, prima piattaforma di crowdfunding a riuscirci sui mercati di Borsa italiana. E il 2020 ha continuato questo trend in crescita totalizzando oltre 120 milioni di euro raccolti (fonte Starteed: https://www.crowdfundingreport.it/).

Tra le varie tendenze mondiali, registriamo fra le altre l’avanzata del crowdfunding immobiliare. Il real estate è entrato con forza in questi meccanismi, permettendo la pubblicizzazione di progetti puramente immobiliari alla ricerca di capitali e soci. Nel 2020 questo settore era valutato 20 miliardi di euro. In Italia il movimento è cresciuto, e al giugno 2020 le principali 4 piattaforme di equity crowdfunding nel settore real estate avevano raccolto oltre 19 milioni di Euro.